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mercoledì 13 marzo 2013

SIGNS PREYER interviewed on Eraskor


Signs Preyer – Intervista

Autore: Ermanno M.  //  Categoria: Classic rock


Ottimo ritorno quello dei Signs Preyer! Avendo avuto occasione di ascoltare la loro proposta musicale per il demo del 2010, devo ammettere che in questo full auto intitolato si sentono notevoli miglioramenti…non resta che scoprire cosa è cambiato nella band.


1.    Ben ritrovati ragazzi, lieti di potervi ospitare ancora nelle nostre pagine

Grazie a te Ermanno, piacere nostro essere ancora nel vostro ”salotto” !


2.    Dopo il demo 2010 è finalmente giunto il momento del full lenght, devo dire che la qualità è cresciuta notevolmente: suoni ancora più sporchi, più blues e registrazione più incisiva. Cosa avete da dirci a riguardo?

Beh, è stato un lavoro pensato, maneggiato e impegnato ma soprattutto è accaduto tutto in maniere molto naturale, senza forzare nessuna nostra interpretazione e vena artistica.
Abbiamo speso moltissimo tempo nel riarrangiare i brani, per renderli più travolgenti ma, in special modo, più “condividibili emotivamente”. In poche parole abbiamo voluto rafforzare ancora di più il concetto che avevamo in mente per spingerci al limite delle emozioni.


3.    Come mai la decisione di auto intitolare come il demo anche il full length e non dargli un titolo personale?

Diciamo che il demo è stata la prima stretta di mano. Il full length è stato lo scambio reciproco di nomi dei conoscenti. Non si può conoscere una persona solo da una stretta di mano e dallo scambio di nomi, per noi ha un significato il non dare il nome al full length, in quanto l’ascoltatore deve scoprire il nostro messaggio, il titolo è qualcosa di facciata, un indizio troppo prezioso da dare nel primo full lengt. Poi, entrambi (demo e Full Length) hanno questa cosa in comune in quanto l’album è l’assimilazione del demo, l’interiorizzazione avvenuta, possiamo dire.


4.    Nelle nove tracce presenti nel cd,  c’è un pezzo in particolare a cui vi sentite più legati o non ritenete vi siano differenze di nessun genere?

Ognuno di noi ha delle preferenze, come è giusto che sia. Però in linea di massima possiamo dire che in base allo stato d’animo si può scegliere un brano differente. Ogni brano ha il suo colore e le sue sfumature.


5.    Guardando l’artwork lo interpreto come un urlo di sfogo, di rabbia, ma non saprei dire per cosa…come va interpretato da parte vostra e chi è il disegnatore chiamato in causa?

Il disegnatore è uno dei ragazzi più talentuosi in Italia a parer nostro (e non solo). Damiano Bellocchio, un artista che ci accompagna da sempre nel nostro cammino. Il disegno, per come l’abbiamo interpretato noi, è si uno sfogo ma anche: voglia di verità, giustizia, di non avere le ali tarpate, ma sopra di ogni cosa VOLER DARE UN MESSAGGIO. Sentivamo il bisogno impellente di dare il nostro messaggio. Noi siamo i “Predatori di Segni” e sentiamo il bisogno di condividere questi segni e come noi li viviamo. Damiano Bellocchio è stato sempre con noi e come sempre ci ha sbalordito, con questa immagine. Noi Signs Preyer abbiamo sempre detto di non essere soltanto 4 componenti perché con noi ci sono tante tante persone e noi siamo grati a tutti! Thanks!


6.    Come mai l’idea di inserire sprazzi radiofonici e una traccia nascosta a ritmo rallentato? A mio avviso potrebbe essere un voluto momento di ironia, quasi a non volervi prendere troppo sul serio

Il significato della traccia nascosta è semplice: quando ancora venivano usati i vinili capitava di sbagliare la velocità e tutto era rallentato. Con questo noi abbiamo voluto ricordare che il nostro album è stato completamente registrato come si faceva un tempo, quando le cose si facevano bene! Oltre ad un ovvio attaccamento alle vecchie scuole.
Però non vorremmo svelare troppo su questo ed altro (perché c’è anche dell’altro e molto), però sappiate che ogni cosa ha un significato, armatevi di cronometri, reverse, dizionari, un buon udito e pazienza. Troverete il significato di tutto.


7.    Nella precedente chiacchierata abbiamo anticipato che avete avuto l’onere di suonare sullo stesso palco di nomi illustri come Paul Di Anno, e  Pino Scotto, etc.. Vedo che la lista si è allungata con Helmet, Fighting with Fire, Michele Luppi e Corrosion Of Conformity, descriveteci queste serate…

Ognuna di queste è stata unica ed irripetibile, soprattutto con Helmet e Corrosion of Conformity, in quanto ci sentiamo più vicini e affini. Dobbiamo dire che per il 90% delle volte si tratta di persone umilissime, disposte al dialogo, al reciproco confronto e che non ti sbattono in faccia che loro sono lì su, sull’olimpo. Persone ottime con le quali abbiamo stretto sia un ottimo rapporto lavorativa sia un ottimissimo rapporto di amicizia.


8.    Per quanto riguarda i vostri live, avete qualche data nuova da segnalarci?

Beh, siamo in attesa di una notizia che ci ha fatto brillare gli occhi appena è arrivato il comunicato e come sempre abbiamo il nostro giro, le nostre occasioni di comunicare il nostro messaggio e soprattutto la voglia di farlo! Quindi, stay tuned \m/


9.    Il full è uscito nel 2012, cosa bolle in pentola ora?

Stiamo lavorando… siamo ad un buon punto, ad un 80-85% al completamento della fase di songwriting e arrangiamento. Quindi siamo ad un ottimo punto. E in esclusiva posso dirvi che sul prossimo disco ci saranno delle belle sorprese \m/


10.    Grazie ancora e alla prossima occasione.

Grazie a te e tutta la redazione. Ricordiamo a tutti che se vogliono cercare, sentire o togliersi qualsiasi curiosità su di noi può trovarci sui nostri “community channels”:

e sull’ormai inutilizzato da tutti gli user e artisti myspace.com/signspreyer
oppure inviandoci una mail su signspreyer.info@gmail.com

See ya to all and Rock On Dudes \m/

(A cura di Ermanno Martignano)

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