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venerdì 30 novembre 2012

SUPERBUTT - Interviewed by Suoni Distorti Magazine


Intervista ai Superbutt

Da poco ho conosciuto i Superbutt, una band ungherese davvero energica e, a mio avviso, davvero molto valida. In occasione del loro sbarco in Italia per due interessanti concerti, ho avuto modo di
poter intervistare il cantante e leader, András Vörös, conoscerlo più da vicino. Una band davvero simpatica, umile ed appassionata a quello che fa. Già noti nel resto d'Europa ed acclamati  nella propria patria, i Superbutt, adesso tentano di farsi strada anche in Italia. E' un vero piacere essere tra i primi ad accoglierli e portarli alla vostra attenzione.

Ciao Andràs, benvenuto su Suoni Distorti Magazine, è un onore poterti/vi ospitare! Vuoi presentare i Superbutt ai nostri lettori?
Ciao, il piacere è nostro! Noi siamo i Superbutt, gruppo metal di Budapest, Ungheria. Rockeggiamo dal 2000, abbiamo fatto uscire 5 album e suonato circa 700 date live e non ci siamo ancora annoiati.

Siete noti al pubblico europeo ed acclamatissimi nella vostra patria. Adesso state iniziando a promuovere la vostra proposta musicale al pubblico italiano. Avete avuto già qualche riscontro a tal riguardo? 
Non so quanto siamo conosciuti, ma siamo in giro da tanto tempo. In Italia sono uscite tre recensioni negli ultimi giorni tutte molto positive, quindi speriamo di piacere a voi quanto voi piacete a noi carissimi amici metallari!

Parlando di 'Music For Animals', ho notato un certo amore per il groove, quasi costantemente presente nelle vostre composizioni, ma senza sdegnare varie influenze. Personalmente, non mi viene facile trovare un'etichetta ben delineata, per il vostro sound. Tu come definireste la vostra musica?
Vedi, questa è una bella domanda. Suppongo che la nostra musica è qualcosa di unico dato che ogni membro del gruppo ha gusti diversi. Questo è il suono che viene fuori quando mescoli le influenze nordic black metal del chitarrista, Iron Maiden del bassista, old school hardcore del batterista e tutti i tipi di metal moderno del cantante. Però, alla fine, non importa come la si definisca, è solo rock n’ roll, vero?

Non fa una piega, concordo! Mi racconti com'è avvenuto il processo di composizione dell'album? Come funziona la fase creativa nei Superbutt? Avete ognuno il proprio compito o c'è qualcuno in particolare addetto alla stesura delle parti musicali?
La maggior parte delle idee provengono da Attila, il chitarrista che ha suonato sull’ultimo album. Normalmente lui arriva con le canzoni credendole pronte, mentre noi solitamente diciamo che non sono abbastanza buone e che dovremo lavorarci di più tutti insieme. Poi cominciamo a litigare, ci urliamo contro, smontiamo le canzoni a pezzi e le rimettiamo insieme di nuovo con quasi la stessa identica struttura originariamente pensata da Attila… e siamo tutti felici.


Andràs (cantante)
Rivolgendo l'attenzione ai testi, cosa vi preme esprimere? Cos'è che più vi ispira durante la stesura e chi li scrive?
I testi sono scritti quasi esclusivamente da me, e di solito li chiamo, “impressionist lyrics” perché sono per la maggior parte immagini dipinte con parole. Non credo di dover predicare, dire alle persone che cosa è giusto e cosa è sbagliato, che cosa mangiare o che cosa mettere addosso, in che cosa credere e così via. 
Onestamente, chi sono io per conoscere la verità assoluta e per provare a convincere gli altri a fare quel che io dico? Suppongo che l’unica cosa di cui possiamo essere certi è che non c’è una verità assoluta ed è quello che sto predicando, se devo proprio predicare qualcosa.

Cosa rappresenta per voi, la "Musica per animali"? Da che esigenza nascono i vostri pezzi?
E’ un mucchio di canzoni che mostrano il mondo attraverso i nostri occhi, come abbiamo visto le cose mentre abbiamo scritto e registrato l’album. Si tratta di semplice necessità: quando hai qualcosa che senti di dover dare, creare musica è un modo magnifico per riuscire a raggiungere questo scopo.

Venite da un'area geografica che ha un panorama underground molto vivo. Ma, purtroppo, pochissime band arrivano in occidente; come i Vrag, i Gutted ed i Wellington. Ma alcuni riescono ad immettersi nel mercato occidentale, come gli Ektomorf ed oggi state arrivando voi. Secondo te qual è il problema maggiore per poter esportare la propria musica dall'est?
Bene, potrei scrivere 200 pagine di studio su questo argomento; diciamo che anche se c’è tanta musica di valore ovunque, soprattutto nell’underground, l’industria musicale dei paesi più piccoli e meno ricchi è meno sviluppata. Non ci sono modi “istituzionalizzati” per esportare musica, (o meglio, ci sono troppi pochi manager e società che lavorano al di fuori dei mercati locali). Quindi, l’unica opzione è di andare lontano dai sentieri battuti da soli, ma questo probabilmente spaventa la maggior parte delle persone. Peccato, perché anche se pensi di non farcela almeno provaci (anche se presumo che in termini commerciali non ci riusciremo neppure noi) perché alla fine vivi tanti momenti fantastici, incontri gente molto interessante e vedi tanti posti straordinari proprio mentre stai cercando di farcela. Ne vale la pena a prescindere da quale sarà il risultato.

In Ungheria ho notato che esistono molte giovani band che si dedicano all'hard rock classico ed al thrash metal. Sono i due generi che vanno per la maggiore? Mi illustreresti un pò il panorama musicale est europeo visto dall'interno?
Se devo essere onesto, non siamo stati così presenti sulla scena di casa negli ultimi anni. Anche se abbiamo suonato parecchio in Ungheria nella prima decade della nostra carriera e conoscevamo ogni band, club e musicista ecc. Negli ultimi due anni ci siamo fatti gli “affari nostri”, e non sono sicuro di quali siano attualmente le tendenze tra le band giovani nell’underground di casa nostra, ma suppongo che non siano così diverse dalle tendenze nel resto del mondo in generale.
Avete una grande esperienza live. In che parte d'Europa avete avuto il miglior riscontro positivo per quanto riguarda le vostre canzoni? E dove vi siete trovati meglio?
Amiamo suonare ovunque. Ogni singolo posto è interessante e non riuscirei a trovare differenze significative tra le varie nazioni. Le persone sono persone ovunque vai e i metalheads sono metalheads indipendentemente da dove sei, Francia, Germania, Inghilterra, Russia o Italia. Incontri persone “cool” in tutto il mondo, non importa dove ti trovi.

Con che ascolti siete cresciuti, artisticamente? Chi sono i vostri idoli musicali che vi hanno fatto cambiare concezione della musica, per come la concepite oggi?
Come ho detto poco sopra, le influenze sono differenti per ogni membro; non abbiamo quasi nessuna radice comune (all’interno del metal). Personalmente ho cominciato con Ozzy eAC/DC quando ero piccolo, poi ho continuato con tutti tipi di metal moderno da Faith No More aPantera e sono finito a masticare un sacco di cose da allora ad oggi. I miei eroi, o almeno gli artisti che stimo molto, sono persone come Henry RollinsPage Hamilton degli Helmet o Dave Wyndorf dei Monster Magnet e non solo per la loro musica, ma anche perché scrivono testi meravigliosi, aspetto questo che per me è molto importante.

Nel 2011 avete dato alle stampe 'Music For Animals' ed ancora lo state promuovendo in giro. Ma avete già qualche pezzo che comporrà il vostro prossimo album? Potete anticiparci qualcosa riguardo le vostre attività musicali?
Si, abbiamo dei piani, ma li teniamo segreti, è prematuro parlarne al momento. Continueremo a creare ancora più musica – se siamo arrivati a questo punto non c’è motivo di fermarci adesso.

In fase di recensione, scrissi che la vostra musica potrebbe considerarsi la risposta sonora al movimento metal moderno americano. Ne convieni?
Si, sono d’accordo. Anche se non intendiamo essere considerati i Machine Head o i System of a Down dell’Est Europa, posso comunque capire perché possiamo essere paragonati a quel genere di band. E sai cosa? Alla fine è un onore essere sulla loro stessa pagina.

Vorrei un vostro parere sul panorama metal italiano. C'è qualche band che ha suscitato un vostro particolare interesse? Che idea vi siete fatti della nostra scena?
Non conosciamo ancora tanti gruppi, quindi è difficile rispondere a questa domanda adesso. Certo, tutti hanno familiarità con i Rhapsody o Lacuna Coil, ma sono sicuro che c’è molto di più sulla scena Italiana e noi siamo eccitati al pensiero di conoscerla meglio.

Siamo giunti al termine e non posso che essere lieto di avervi potuti ospitare sul nostro sito. Ci terrei che mandassi qualche messaggio ai metalheads italiani. Ti invito a lanciare un messaggio che possa incuriosirli nell'ascoltare i vostri dischi. Hai tutto lo spazio che desideri.
Cari metallari d’Italia! (Si, anch’io ho studiato italiano al liceo e mi ricordo ancora qualcosa) (pronincuato in italiano, ndA). Se avete letto questa intervista fin qui, sono sicuro che potrete spendere altri tre minuti per guardare il video che sarà inserito da qualche parte su questa pagina e potrete quindi ascoltare Best Plays (o qualunque altra nostra canzone che verrà linkata) per sentire cosa suoniamo. Se non state leggendo, è perché le nostre cazzate vi hanno annoiato già alla seconda domanda, ma non importa…

Bene, ti/vi ringrazio e spero di risentirci presto! Vi faccio i complimenti per 'Music For Animals', che ho trovato validissimo. Vi auguro tutto il meglio nella vita e per la vostra carriera. Concludi tu l'intervista come preferisci ed a presto!
Grazie mille, ci vediamo dopo, vero?

Guarda, vista la simpatia starei a chiacchierare con te per ore, ma il tempo è tiranno!


Superbutt - 'Best Plays'
(da 'Music For Animals' - Sonic Attack Records 2011)


a cura di Francesco Chiodometallico

*si ringrazia la Music Solutions Agency per la traduzione e disponibilità

giovedì 29 novembre 2012

SUPERBUTT COMPETITION "CLEAVER GAME"

CONTEST PLAY CLEAVER

In occasione della data presso il Voodoo Arci Club di Comacchio (FE), gli ungheresi Superbutt, in collaborazine con Music Solutions Agency - Murder Promotion e Suoni Distorti Magazine, hanno lanciato uno "spericolato" contest. 


In palio l'entrata gratuita al concerto dell'08.12.2012 dei Superbutt insieme ad act come Deadly Kiss, Southern Drinkstruction e The Coffeen. 


Per giocare e vincere l'entrata gratuita è semplicissimo, non dovete far altro che andare sul link sottostante, mettervi al volante e incominciare a testare i vostri riflessi a suon di meta! 


Chi realizzerà e registrerà il miglior punteggio, avrà diritto all'entrata gratuita allo Stonebreaker Fest Act II. 


LINK: http://www.superbutt.net/cleaver/ 

Per info e segnalazione punteggi: info@musicsolutionsagency.com




giovedì 22 novembre 2012

ILLOGICIST "The Unconsciousness Of Living" (Reviewed on Eraskor)


ILLOGICIST – The Unconsciousness Of Living  (Willowtip Records USA/HammerHeart Records Europe 2012)
Questo disco è un capolavoro, se nell’artwork non  ci fosse il nomeIllogicist potrebbe essere scambiato per un album dei magnifici Death. L’ombra di Chuck, sia nei suoni che nel timbro di voce è presente più che mai. Gli Illogicist, militano nell’underground dal 1997: due demo, due album e un promo prima di questo “The Unconsciousness Of Living”. Un lavoro tecnico, contorto, nevrotico e assassino sotto ogni punto di vista,  si tratta di un death metal d’avanguardia arricchito da fantastici riff incandescenti al limite del thrash metal più rabbioso e malato. Otto tracce originali e un art work decadente e dai colori minacciosi fanno di questo album un vero gioiello che possiamo vantare al resto del mondo ad occhi chiusi.
Sono del parere che bisognerebbe dare uno stop nello sfruttamento del nome del compianto Chuck,  orma ci sono troppe uscite di vecchio materiale inutile, dove si ritrovano sempre gli stesi pezzi permettendo alle case discografiche di arricchirsi all’infinito…come si dice, il troppo stroppia! Meglio dare un chance a questi ragazzi che hanno preso atto delle doti innate di questo grande chitarrista facendone la loro filosofia di vita.
VOTO:  85 / 100

Tracklist:
1. Ghosts of Unconsciousness
2. Hypnotized
3. Perceptions from a Deceiving Memory
4. The Mind Reaper
5. A Past Defeated Suffering
6. The Same Old Collision
7. Misery of a Profaned Soul
8. A Never Ending Fall

Line Up:
•    Luca Minieri – voce, chitarra
•    Diego Ambrosi – chitarra
•    Emilio Dattolo – basso
•    Alessandro Tinti – batteria

Discografia:
•    Polymorphism of Death  (demo 2002)
•    Dissonant Perspectives (demo 2003)
•    Subjected  (2004)
•    Promo  (2006)
•    The Insight Eye  (2007)


Facebook:


(A cura di Ermanno Martignano)

FAUST "From Glory To Infinity" (Reviewed on Eraskor)


FAUST – From Glory To Infinity  (Stygian Crypt Productions EU/Paragon Records USA  2009)
Dopo aver elogiato gli Illogicist, quella dei Faust a mio avviso è un’altra super band. Attivi dal 1992, con alle spalle un demo datato 1993 e un ep nel 2001,  hanno poi fatto perdere le loro tracce sino all’uscita nel 2009 di From Glory To Infinity, un album truculento, tecnico e grottesco.
La band prende vita per mano di Aleister voce e chitarra (Ancient, Abgott, Bastard Saints) che si avvale di vari session come Ghiulz Borroni(Bulldozer), passando al guru del bassoSteve Di Giorgio (Death, Testament etc…), poi ancora Darek Daray alla batteria (Vesania, Vader, Dimmu Borgir) e alla seconda chitarra Luca Princiotta (Clairvoyants).
Dopo i vari cambi, oggi la band vede tra i suoi ranghi Emilio Dattolo (basso),Riccardo (batteria) e  Izio (chitarra). FGTI è un album dirompente, veloce e cinicamente melodico, valorizzato da una splendida voce gutturale (quella diAleister) che rende all’album sensazioni malsane e putrescenti. Un lavoro dai connotati assassini che consigliamo caldamente di far vostro!

VOTO: 80 / 100

Tracklist:
1. Purple Children
2. Wet Veils
3. Sentimental Worship
4. Golden Wine Countess
5. Servants Of Morality
6. Carnal Beatitude
7. Pig God Dog (Instrumental)
8. Holy Hole
9. A Religion – Free World’s Dream (Instrumental)

Line Up:
•    Aleister – chitarra, voce
•    Ghiulz – chitarra
•    Steve DiGiorgio – basso
•    Daray – batteria
•    Luca Princiotta – chitarra

Discografia:
•    Faust  (demo 1993)
•    …And Finaly Faust  (ep 2001)

My Space:
Myspace Faust
Facebook:


(A cura di Ermanno Martignano)

venerdì 16 novembre 2012

CHAINS AND VISIONS - Interviewed by Mondo Metal

16/11/2012
Mondo Metal intervista la Hard Rock Band Chains and Visions
(Intervista di Eleonora)


Gruppo
Chains and Visions
Provenienza
Italia
Line-Up
Michela Di Mauro – Vocals
Gabriele Ghezzi – Guitars
Simone Paleari – Bass & Backing Vocals
Andrea D’Angeli – Drums


































- Salve ragazzi, benvenuti sulle pagine di Mondo Metal.
Parlateci dei Chains and Visions. Come e quando è nato questo progetto e come mai la scelta di questo moniker?


I Chains and Visions si formano nel 2007 e hanno sempre avuto questa formazione: Andrea (batteria), Mone (basso), Lele (chitarra) e Miky (voce). La formazione è un po’ vintage quindi, nonostante il genere che, sebbene mantenga sempre certe radici nell’hard rock anni ’70, è abbastanza heavy e moderno. Abbiamo iniziato suonando un sacco di musica differente, facendo un sacco di cover e riprendendo qualche vecchia idea dei nostri vecchi gruppi, ma presto abbiamo cominciato a lavorare sulla nostra idea di musica, sul nostro sound. E il nome Chains and Visions riflette davvero l’intenzione di creare un sound potente, davvero hard rock e, contemporaneamente, pieno di parti morbide, dove abbondano effetti e dinamiche. Cercando di rendere il tutto un lavoro fluente, senza accostare soltanto parti diverse e inconciliabili.

- Parlateci del vostro album "Night and Rage"...

"Night and Rage", autoprodotto, è uscito a maggio 2012. Sono tredici tracce per quasi un’ora di musica. In realtà siamo davvero contenti di questo lavoro perché presenta tracce molto diverse fra loro, ma che possiedono una certa identità stilistica precisa, il che ci rende abbastanza orgogliosi. Tanto hard rock, qualche ballad, un po’ di grunge "metalloso" qua e là, forse un po’ di progressive e di psichedelia e diversi elementi che potremmo definire alternative: questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’album. E un sacco di soli, stacchi, fill belli cattivi e parti vocali belle tirate, nella migliore tradizione hard rock.

- Quali sono le vostre influenze? C'è un argomento nei testi, oppure un suono in particolare, da cui traete maggiore ispirazione?

Di influenze ne abbiamo tantissime! E spesso sono diverse fra un membro e l’altro della band. Di sicuro, siamo tutti felici di ascoltare Led Zeppelin, Pink Floyd e Alice in Chains; dopodiché i nomi si potrebbero moltiplicare per ore. Questa tra l’altro è una figata perché ci permette, come dicevo, di suonare tante cose diverse: facciamo delle jam (più o meno interminabili) suonando davvero quello che capita, hard rock, blues, un po’ di funk, e altra roba più o meno "metal". Credo che l’influenza più importante sia quella anni ’70, da Zeppelin appunto, ma prendiamo tutto con un taglio decisamente più moderno. Per i testi, finora abbiamo privilegiato un taglio per così dire "simbolico", tirando fuori dei testi abbastanza oscuri. Il tema più frequente in "Night and Rage" è senz’altro quello dell’alienazione, ma probabilmente era un argomento inevitabile, dati i tempi in cui viviamo. Senza distinzione di sesso, età, posizione sociale o altro, tanta gente sta davvero perdendo la testa. E vale la pena, nel nostro piccolo, di parlarne.

- Passiamo all'argomento "live": quanta importanza gli date rispetto allo "studio"?

Be’, la componente live è fantastica. In realtà sono due cose che ci divertono entrambe tantissimo: lo studio di registrazione ti permette di lavorare, perfezionare e definire con calma la tua musica, di giocare e sperimentare le alternative che esistono nella tua testa; il live, invece, possiede il fascino e l’energia del "qui e adesso", della musica che vive davvero. Diciamo che danno due soddisfazioni abbastanza diverse... In questo momento diamo più importanza ai live, perché siamo ancora freschi di album e non abbiamo ancora intenzione di metterci sotto con la produzione del secondo; abbiamo invece voglia di suonare e spassarcela un po’, di portare in giro la nostra musica e promuovere bene "Night and Rage". Ma verrà il momento in cui diremo "ok, è ora di lavorare con calma", e allora ci godremo ogni istante della prossima produzione. Poi ci saranno altri live… eccetera eccetera.

- Qual è la vostra opinione sull'underground rock italiano in generale?

Il nostro underground è in una situazione davvero difficile. È difficile suonare in giro, è difficile produrre album, è difficile avere un minimo di visibilità. E questo non per mancanza di capacità delle band: in Italia abbiamo della gente tosta, che meriterebbe molto più di quanto ottiene. Negli anni abbiamo conosciuto diversi gruppi con un suono fantastico, convincente, pieno di energia che, con il passare del tempo, hanno smesso di suonare perché non ricevevano nulla in cambio, nemmeno le soddisfazioni minime di una buona serata o di un minimo di rimborso per lo sbattimento. Ed è davvero un peccato, perché le nostre band hanno un sacco da dare alla musica. Purtroppo (e i musicisti, soprattutto quelli che fanno la propria musica, lo sanno bene) in Italia non solo ci sono tutte queste difficoltà, ma c’è anche disinteresse e mancanza di rispetto verso la figura del musicista. Ho sentito lamentarsi per questo persone diversissime, dall’hip hop al metal più estremo, ai jazzisti: ognuno si lamenta della propria fetta di underground. D’altronde, tante delle nostre radio "rock" sono poco più che "pop", e molti locali "rock" lo sono perché fanno suonare qualche tributo agli Iron Maiden o agli U2 o roba del genere. Parlo con tutto il rispetto possibile per il pop, i tributi e chi li ascolta, beninteso: ma è solo una constatazione dire che, senza gli spazi minimi di sopravvivenza (cioè spazio per i live e per la visibilità presso la propria fetta potenziale di pubblico, anche se di nicchia), il nostro underground rischia il soffocamento e il confinamento in sale prove e demo da trenta euro. Ovvero, in una dimensione assolutamente privata. Il che ci impedirà di essere competitivi come siamo, di portare fuori dall’Italia le nostre band e di produrre e far crescere la nostra musica, i nostri musicisti e - inutile negarlo, dato che purtroppo non si può fare una discussione soltanto dal punto di vista artistico - il nostro business.

- Cosa ne pensate di internet come mezzo di diffusione della musica e della nascita di comunità, webzines, forum o altro che trattano dell'underground? Voi di quali canali vi servite per farvi conoscere dal pubblico?

Internet non è niente male per la diffusione. Bisogna puntualizzare subito che, proprio perché gratuito e accessibile a tutti, il rischio è quello di annegare in mezzo alle milioni di altre pagine web. In altre parole, di non essere visti. Bisogna quindi darsi un po’ da fare e sfruttare questi canali. Comunità, webzines e tutto il resto sono necessarie per mantenere vivo il nostro underground, ed è per questo che le band devono contattarle. Io sono per la collaborazione più totale tra musicisti, il che non comporta molta fatica, oltre a farsi un po’ di pubblicità a vicenda e suonare insieme qualche volta. Insomma, il problema per tutti è semplicemente quello della visibilità. Noi Chains and Visions, per farci conoscere (oltre all’aiuto di "Music Solutions Agency") ci affidiamo appunto a cose del genere: farsi pubblicità su varie pagine, radio eccetera, meglio ancora se estere. Sperando che un po’ per volta le cose girino sempre meglio. L’unica cosa a cui stare attenti è trovare davvero il proprio pubblico. E le pagine esistono, qualsiasi genere sia da pubblicizzare: resta solo da trovarle, più o meno importanti che siano.

- Ringraziandovi del tempo dedicatoci, lascio a voi la chiusura...

Ringraziamo Mondo Metal per la splendida recensione e per la possibilità dell’intervista. Potete trovare noi Chains and Visions su Facebook (basta cercare Chains and Visions), oppure potete contattarci attraverso la nostra agenzia, "Music Solutions Agency" (http://www.musicsolutionsagency.it); su YouTube, troverete qualche traccia sul canale di M.S.A. (http://www.youtube.com/user/musicsolutionsagency?feature=results_main), e lo stesso vale per chi è interessato all’album o ai nostri live.
Stay rock!!

Chains and Visions


Mondo Metal ringrazia i Chains and Vision per la disponibilità a rilasciarci questa piacevole intervista.

giovedì 15 novembre 2012

BAND WARS: CHAOS PLAGUE live @ The Theatre

BAND WARS: CHAOS PLAGUE live @ The Theatre - Via Sesia 12 (MI)

INGRESSO 4€ OPPURE 8€ CON CONSUMAZIONE
CONCERTI 21:00 - CHIUSURA LIVE 00:00


SUPERBUTT "Music For Animal" 80/100 - Eraskor Review


SUPERBUTT – Music For Animals  (Sonic Attack Records 2011)
Una band dall’Ungheria….e che band! Facciamo il punto della situazione, i Superbutt si formano a Budapest intorno all’anno 2000 mettendo a segno in 12 anni cinque album, un ep e suonando a circa 600 concerti in ambito Europeo.
Music For Animals, ultimo lavoro della band registrato nel 2011, un album che nonostante la sua lunghezza costituita da ben diciassette tracce suddivise in 2 cd (per questa versione deluxe ndr.), scivolano via in men che non si dica.
Classic metal, tanto groove, thrash metal e hard rock che vi faranno sobbalzare dalla sedia. Un sound ricco di sfaccettature e soluzioni che permettono all’ascoltatore di pogare a ritmo di Phil Anselmo Style in una traccia e nel più classico degli stili in un’altra. Canzoni cariche di “massacrante pesantezza” ma sempre con quel ritornello pronto ad eccitare il cervello che in alcune tracce ricorda i Darkane e  Soilwork  e in altre più cupe i Nevermore.
Riff incandescenti, assoli che scaldano i cuori e un vocalist sempre carico a 1000. Il pezzo più particolare è sicuramente Pokolra Kell. Ottima anche l’idea di avvalersi di una bellissima voce femminile in alcune tracce e di usare la lingua madre in quattro song del secondo dischetto. Inoltre, un plauso alla cover She’s A Lady di Tom Jones, identica all’originale ma in chiave più moderna.
Ci auguriamo che ben presto facciano breccia tra i metallari italiani, una band dalle qualità eccelse!
VOTO:  80 /100

Tracklist:
CD 1:
1. Cleaver
2. Best Plays
3. The Devil You Run With
4. Natasha
5. Out of Reach
6. Of This Gloom
7. Ugly Head
8. Evil Blues
9. Revolting Kids
10. The Murder of Socrates
CD 2:
1. Pont Kozepre
2. Szikra
3. Pokolra Kell
4. Tulutes
5. She’s a Lady
6. Panic
7. Rockin’ in The Free World

Line Up:
•    András Vörös – voce
•    Attila Kovács – chitarra
•    György Nedoluha – basso
•    Attila Erdei – batteria

Discografia:
•    2 Minutes For Roughing (2001)
•    The Unbeatable Eleven (2003)
•    Black Soup (2006)
•    Szájon át (EP 2007)
•    You and Your Revolution (2008)



(a cura di Ermanno Martignano)http://www.facebook.com/MusicSolutionsAgency

giovedì 8 novembre 2012

DARK SEASON - Reviewed on Eraskor

A due anni di distanza dall’uscita di Cruel Domination, interpelliamo i Dark Season, provenienti da Bolzano, per scoprire le peculiarità di questo lavoro e cosa bolle in pentola per l’imminente futuro della band

1. Benvenuti Dark Season, a voi il compito di presentarvi ai lettori
Ciao a tutti! E’ un piacere essere vostri ospiti! Come avrete capito siamo i Dark Season, un gruppo thrash/death con tanta voglia di suonare e spaccare!

2. Con un paio d’anni di ritardo ho avuto occasione di ascoltare Cruel Domination, un album trascinatore grazie alla sua pesantezza sonora, abbondante melodia (per via di keyboards un po’ alla Children Of Bodom) e tanto thrash metal style. Quale ritenete siano state le vostre principali influenze?
La Band ha diverse influenze nel metal, partendo da quello classico arrivando a quello più estremo, a volte anche fuori dal metal, cercando di fondere il tutto in un unico stile in continua evoluzione.

3. Quali argomenti trattate nelle vostre liriche?
I nostri testi parlano di diversi argomenti, cerchiamo di spaziare da tematiche più attuali e reali a altre più fantascientifiche, a volte ispirate dal mondo del cinema.

4. Perché intitolare l’album Dominazione Crudele, a quali personaggi vi riferite esattamente?
I personaggi a cui ci riferiamo non sono nessuno in particolare, in realtà il titolo può avere più significati, può intendersi come una dominazione aliena, una dominazione politica o una dominazione religiosa. Qualunque essa sia, pensiamo che gli esseri umani non siano pronti a difendersi.

5. Tre soli aggettivi per descrivere Cruel Domination
Metal, Metal e ancora Metal

6. Leggendo la vostra biografia vedo che avete suonato in supporto a My Dying Bride e Amon Amarth su tutti. Raccontateci questa esperienza, cosa vi ha colpito maggiormente di queste 2 pietre miliari del metal?
Beh, è stata una grande soddisfazione, quel concerto è stato fatto in Austria dove l’organizzazione è molto appassionata e professionale, seguito anche dai media, cosa che in Italia purtroppo non c’è, soprattutto riguardo alla promozione. Questo è un gran peccato, perché di certo anche in Italia le band valide non mancano!

7. Sono trascorsi due anni da questo primo atto, immagino che il suo successore è in fase di preparazione…qualche anticipazione a riguardo?
Negli ultimissimi tempi abbiamo completato le registrazioni di un nuovo EP, che conterrà quattro inediti. Finiti i mixaggi e il mastering, procederemo alla creazione dell’artwork, così che veda luce nel primo trimestre del 2013. Restate sintonizzati!

8. Il nuovo lavoro sarà autoprodotto o uscirà per conto di qualche etichetta discografica?
Per ora abbiamo pensato di puntare nuovamente sull’autoproduzione, anche perché non è facile trovare e lavorare bene con una casa discografica, grande o piccola che sia.

9. Avete programmato attività live in questo periodo?
Abbiamo tenuto l’ultimo concerto di recente, ed è stato l’ultimo di diversi eventi a cui abbiamo suonato quest’anno. Abbiamo qualche piano anche per il futuro, l’attività live per quest’anno non è ancora finita!

10. Grazie, buona fortuna per tutto e alla prossima occasione… che spero non tardi ad arrivare!
Grazie a voi per lo spazio concesso! Restate sintonizzati, anche su Facebook!

(a cura di Ermanno Martignano)

SUPERBUTT - Music For Animals (New Review on The Murder Inn)

Scritto da neni   
Mercoledì 31 Ottobre 2012 12:31
Superbutt - Music For Animals ( Sonic Attack Records 2011 )
suoperbuttApro internet e mi ritrovo questo press-kit nella mail. La lettera di presentazione dice che gli ungheresi Superbutt sono portati in Italia dalla Music Solutions Agency ed andando a guardare un pochino in rete si vede che i musicisti proprio di primo pelo non sono. Numerosissimi concerti nel corso della decennale carriera (praticamente hanno girato l'Europa), cinque album + un EP registrati e un cambio di line-up che ha lasciato solo il cantante come memoria storica della band. Biglietto da visita? Muscoli, groove ed il vocione malleabile di András Vörös.
Come suona Music For Animals? I Superbutt sparano cartucce all'uranio impoverito, pesanti e letali. Seppur su un ordito che, seppur personale, non è completamente innovativo.
Il connubio fra una sezione ritmica quadrata e precisa, un riffing memore del groove metal (Pantera, Black Label Society ma perché non andare a trovare anche qualche rimando nella New Wave Of American Heavy Metal?) e ottime aperture melodiche, fanno di Music For Animals un disco ad ampio spettro di gradimento.
Su tutto probabilmente svetta la completezza della traccia Best Plays, che gioca perfettamente su registri metal (ma non solo) e sviluppa aperture melodiche di ottima fattura adagiate su ritmiche compresse.
Questo gioco degli opposti emerge spesso, caratterizzando il suono dei Superbutt in maniera più marcata di qualsiasi altra definizione (a parte, forse, l'enorme portata del groove insito nel loro suono). Le ritmiche thrash di Natasha vengono stemperate in liquidi rimandi melodici (vocali e strumentali), mentre Ugly Head si presenta brutta, cattiva ed incazzata (palma che potrebbe spettare anche a Evil Blues) fino ad inchiodarti sul posto con un ritornello melodico.
Il primo disco della versione "classica" di Music For Animals si chiude con l'intrigante Revolting Kids e Murder Of Socrates, in cui esce un'anima quasi epica della band.
Da pochissimo è uscita anche una versione deluxe del disco, comprendente un altro Cd di sette canzoni: quattro cantate in lingua madre, un paio di inediti (fra cui l'hard rockeggiante She's A Lady) ed Rockin' In The Free World in cui sembra di trovarsi davanti a Neil Young sotto effetto di Pantera e Corrosion Of Conformity.
Il secondo Cd non si discosta minimamente dalla strada maestra percorsa dai Superbutt, un groove metal accentuato, martellante, melodico nel suo tentativo di variare dal mero brandire la chitarra come un'ascia e sfondare timpani (e palle) con ritmiche ripetitive. Questo secondo Cd non fornirà una visione dal buco della serratura dell'anima nascosta dei Superbutt, ma ti aiuta a capire che la band una visione ce l'ha e la perseguono a spallate.

Voto: 8,5/10

Tracklist:
CD:1
1. Cleaver (3:40)
2. Best Plays (3:21)
3. The Devil You Run With (4:24)
4. Natasha (3:27)
5. Out Of Reach (4:37)
6. Of This Gloom (3:47)
7. Ugly Head (3:53)
8. Evil Blues (4:01)
9. Revolting Kids (3:48)
10. The Murder Of Socrates (5:55)

CD:2
1. Pont középre (3:34)
2. Szikra (3:36)
3. Pokolra kell (4:30)
4. Túlütes (4:23)
5. She ‘s A Lady (3:58)
6. Panic (2:46)
7. Rockin ‘ In The Free World (4:26)
Lineup:
Attila Kovács : Chitarra
Ádám Fellegi : Batteria
Tamás Práznek : Chitarra
György Nedoluha : Basso
András Vörös : Voce

mercoledì 7 novembre 2012

DARK SEASON - CRUEL DOMINATION (New SUONI DISTORTI MAGAZINE Review)


DARK SEASON - Cruel Domination

Dopo ben 6 anni, i Dark Season tornano in campo dando in pasto al pubblico il full-lenght 'Cruel Domination', del 2010, al seguito di vicissitudini che hanno visto svariati cambi di line-up.
La band di Bolzano attiva già dal 2002, propone un genere fortemente influenzato dall’heavy. (La cosa è evidente infatti sin dalla prima traccia.)

Tentando di ampliare la mia conoscenza riguardo il genere di
competenza proposto dalla band, mi sono spesso imbattuta in precisazioni come “extreme metal”. Ma considerando che tale corrente abbia visto protagonisti gruppi come Venom, Bathory e Slayer, conosciuti per ritmiche martellanti e distorsioni acute, non ho riscontrato nessun canone corrispondente a quello elaborato dai Dark Season, o almeno, non in quest’album.....

'Cruel Domination' presenta una gradevole copertina e ci introduce nel suo mondo con 'Shadow of the Evil', dal ritornello orecchiabile. Composto vocalmente dall’unica frase “Shadow of the evil”, ripetuta più volte, codesta tonalità vocale è facilmente mutabile in quei fatidici ritornelli che ti ritrovi a canticchiare 24h su 24, risultando difficile da cancellare. Il che, risulterebbe a favore di ogni band.
Considerando il complessivo ascolto del full-lenght, risultano apprezzabili i riff e, talvolta, alcuni assoli chitarristici. La batteria non è da meno, tempistiche energetiche, in particolare alla quinta traccia 'Channel 666' e, soprattutto, della sesta traccia 'Fight the Day', sfortunatamente dall’acutezza diluita man mano che il brano prosegue, riprendendo forze solo a tratti. Riscontro una qualità strumentale non pienamente elaborata.

Spronare membri di un progetto al fine di trovare il modo migliore per esprimere la passione di ogni singolo componente al meglio è fondamentale, in quanto, farà si che ogni loro lavoro risulterà nella sua totalità, personalizzato. Pertanto, unico. Se i Dark Season lavorassero maggiormente su questo concetto, riuscirebbero ad iniziarsi alla via giusta per far si che gli ascoltatori riescano a ricordarsene per quello che sono, riuscendo a non dire “Ho ascoltato una band simile A…” (cosa che mi è capitato di pensare più volte durante l'ascolto).
Si spera in una crescita stilistica che, considerando le basi, potrebbe portare piacevoli sorprese. Musicalmente elaborazioni death come questa, purtroppo non saziano più.

La band è ora attiva, dal 2011 accoglie un nuovo componente che oggi sostituisce la voce. Cogliete la palla al balzo. Sperimentazione a go go, ragazzi!

a cura di Federica Bovenzi

Band: Dark Season
Titolo: Cruel Domination
Anno: 2011
Etichetta: Nessuna
Genere: Melodic Death - Death/Thrash Metal
Nazione: Italia

Tracklist:
1- Shadow of the Evil
2- Interceptor
3- Groom Lake
4- Final War
5- Channel 666
6- Fight the Day
7- Going Down
8- This Cruel Domination

Lineup:
Zaurak - voce
Artax - chitarra
Neshmet - chitarra
Mizar - basso
Regulus - batteria

martedì 6 novembre 2012

SUPERBUTT live @ Voodoo Club (Comacchio - FE) 08.12.2012

SUPERBUTT LIVE - Stonebreaker Fest Act II 
w/Deadly Kiss, Southern Drinkstruction, The Coffeen!

Music Solutions Agency - Murder Promotion 
For Info & Contacts: info@musicsolutionsagency.com




SUPERBUTT live @ Pippo Stage (Bolzano) 23.11.2012

\m/ SUPERBUTT LIVE \m/

I colossi ungheresi Superbutt scendono in Italia, con lo scopo di promuovere l'ultimo album "Music For Animals". 

Con oltre 600 date in Europa nel corso della carriera, dopo cinque album ed un ep pubblicati e freschi di firma per la promozione esclusiva in Italia con Music Solutions Agency - Murder Promotion, la band capitanata da András Voros si appresta a portare il loro micidiale sound groovy anche sul palco del Pippo Stage. Un'occasione da non perdere. 

I Deadly Kiss di Comacchio (Ferrara) saranno il supporting act ufficiale del tour dei Superbutt.

23\11\2012 Pippo Foodchillstage (Bolzano)
08\12\2012 Voodoo Club (Ferrara)



CHAOS PLAGUE - Live @ Black Angel - Meda 13/10/2012





CHAINS AND VISIONS in acoustic trio su Radio Punto (Gente Emergente)

Pomeriggio live con i Chains and Visions in acustic trio su Radio Punto durante la trasmissione Gente Emergente.

La band promuoverà e parlerà del primo album, Night And Rage.

Partecipate numerosissimi all'ascolto, in onda a partire dalle 

ore 15.00

Sintonizzatevi sulle frequenze: FM 88.15 - 89.1 - 88.8 - 101 MHz

Seguite la band sul Player Audio:http://www.radiopunto.it/audio/player.html

o sul Player Video: http://www.livestream.com/radiopunto

Si può comunicare anche in diretta chiamando questi numeri: 0331 512121 oppure scrivendo un sms al 3481288150!

Insomma non mancateeeeeeee!!! ROCK ON!!



CHAINS AND VISIONS - NIGHT AND RAGE (New Suoni Distorti Magazine Review)


CHAINS AND VISIONS - Night And Rage

'Night and Rage' degli italianissimi Chains and Visions è uno di quegli album che ti entra subito in circolo perchè contiene la linfa vitale del rock, quella che la riconosci appena partono le prime note, quella che ti fa esclamare "Ca**o non ci credo che sono italiani".
La band nasce nel 2007 e senza nemmeno andare a leggere la bio si capisce subito che i componenti sanno tenere in mano gli strumenti, le loro note suonate parlano più di qualunque bio.

Nel 2012 prende forma questo loro primo album, 13 tracce che dalla prima all'ultima ti colpiscono e ti squarciano con la delicatezza propria di una lama ben affilata, quasi senza farti male. In 'Night and Rage' tecnica e sensazioni si fondono, tant'è che rimango sorpreso nello scoprire che il disco è stato autoprodotto, un lavoro come avrebbe dovuto attirare le orecchie "esperte" degli addetti ai lavori.
Tutti gli elementi della band danno il loro contributo alla riuscita complessiva dell'opera, con inserimenti tecnici spesso perfetti e calzanti nella struttura dei pezzi. Così i Chains And Visions ci regalano 58 minuti di rock pesante dalle diverse influenze, di chitarre seventies ritmate e taglienti, di assoli taglienti e pericolosi ma anche delicati e persuasivi quando serve. 58 minuti di ottimo rock made in italy che strizza l'occhio al mercato straniero.

Quà e là, fra una traccia e l'altra si scorgono le influenze della band, influenze che non si presentano mai in modo molesto o scontato. Su tutto, quello che prevale è l'attitudine anni '70 della band, seppur rapportata ai nostri tempi grazie alla mistura di venature alternative, psichedelic, calde atmosfere nelle ballad, a linee vocali R&B.
Mi risulta difficile scegliere le tracce che risaltano poichè le reputo tutte valide. '1967' apre il disco con il ritmo giusto e fa capire subito di che stoffa sono fatti i Chains and Visions. 'Go Away''Poisoned' e 'Unchained' sono fra le mie preferite tra le song toste. Fra le song più dolci 'Behind the Green Fair" è emozionante e quando entra la chitarra in assolo è un brivido assicurato. Anche 'Electric Blue Lights' è una ballad che merita.

Se esiste una giustizia musicale divina vedo all'orizzonte novità per questa band. Certo siamo pur sempre in Italia dove vanno avanti i soliti modaioli, ma come dice il mio motto "Keep the faith!", prima o poi qualcosa dovrà uscire.
Keep the Faith!

A cura di Blazer

Band: Chains And Visions 
Titolo: Night And Rage
Anno: 2012
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Hard Rock
Nazione: Italia

Tracklist:
1- 1967
2- Go Away
3-  Poisoned
4- Electric Blue Lights
5- Through the Devil’s Dance
6- Jack The Fat
7- Instability
8- Tribute
9- Unchained by You
10- Flower
11- Loneliness
12- War
13- Behind the Green Fair

Lineup:

Michela Di Mauro – voce
Gabriele Ghezzi – chitarre
Simone Paleari – basso e backing vocals
Andrea D’Angeli – batteria

Website

giovedì 1 novembre 2012

CHAINS AND VISIONS - Night And Rage (Reviewed on MONDO METAL)

Le Recensioni di
Mondo Metal Dintorni


( Recensione di Eleonora pubblicata il 01/11/2012 )
"Night and Rage"
Gruppo
Chains and Visions

Titolo
Night and Rage

Tracce
1 - 1967
2 - Go Away
3 - Poisoned
4 - Electric Blue Lights
5 - Throug the Devil's Dance
6 - Jack the Fat
7 - Instability
8 - Tribute
9 - Unchained
10 - Flower
11 - Loneliness
12 - War
13 - Behind the Green Fair

Anno
2012

Etichetta
Autoprodotto

Genere
Hard Rock

Provenienza
Italia

Line-Up
Michela Di Mauro – Vocals
Gabriele Ghezzi – Guitars
Simone Paleari – Bass & Backing Vocals
Andrea D’Angeli – Drums

Contatti
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Quando si dice "le nuove promesse del rock", di sicuro sto parlando dei Chains and Visions, band lombarda attiva dal 2007 che propone uno stile rock con un mix di effetti musicali sorprendenti, che regalano tante emozioni e fanno resuscitare quelle passate come: Guns N’ Roses, Pink Floyd e tanto altro.

"Night and Rage" è frutto di lavoro e passione; i componenti Andrea D’Angeli, Michela Di Mauro, Gabriele Ghezzi e Simone Paleari ci regalano questo meraviglioso album che vale proprio la pena di ascoltare!
"1967" definisce esattamente lo stile della band, voce impeccabile e cori da brivido si fondono con gli effetti e danno armonie complicate alla chitarra di Gabriele, la batteria, nelle parti "soft" con la voce di Michela, è perfetta.
"Go Away" rispecchia le influenze della band: qui la chitarra e il basso la fanno da padroni, eccezionale lo stacco di Simone!
"Poisoned" è ricca di effetti, ed è qui che la voce dà il suo meglio. Impossibile resistere al ritmo incalzante!
"Electric Blue Lights"... che piacere ascoltare la chitarra di Gabriele! Voce soft e celestiale!
La musica cresce a ritmi spettacolari ed esplode di piacere mentre raggiunge la vetta con "Through the Devil’s Dance".
"Jack the Fat" è la mia preferita... amo gli effetti iniziali e il testo è davvero sorprendente! Basso esplosivo!
Per "Instability" vale lo stesso discorso... gli acuti della chitarra e il basso all’inizio si fondono perfettamente, Michela ha una voce decisa e potente e riesce perfettamente sia nei testi che vocalmente... cantante fatta e finita a mio parere, ha uno stile unico e particolare e riesce ad ammaliarvi con la sua bravura.
"Tribute", "Unchained" e "Flower" sono gli esempi migliori per catturare al massimo l’essenza dei Chains and Visions, e consiglio vivamente di studiare attentamente ognuna di loro!
"Loneliness" è strutturata attentamente, e la batteria cattura con lo stile unico di Andrea.
"War" presenta effetti sonori da brivido e fa predominare la voce, con leggerezza e potenza allo stesso tempo.
Ultima, ma non meno importante, "Behind the Green Fair", con il bridge di pianoforte più brillante e armonioso, mi sono commossa non poco con questa canzone...


Tanto talento, tanta passione e tanta voglia di crescere... i Chains rappresentano il mio ideale di gruppo, e spero che continuino a produrre bella musica.
Eleonora