BLEEDING EYES "A Trip To The Closest Universe" Reviewed on Underground Metal Italia
A Trip To Closest Universe
Titolo
A Trip To Closest Universe
Descrizione
Bleeding Eyes
Inviata da
SANdMAN
I Bleeding eyes sono band con non poche uscite discografiche al loro attivo. Il primo demo risale al 2003 dal titolo "Part of an autolesionist", seguito da "No God" del 2004, quindi "EP" del 2007 e "one less to my Last" del 2008. Ora la band si presenta con questo "A trip to closest universe" sotto la "Go down records". Da tener presente che la band ha suonato in condivisione di palco con nomi della scena internazionale di tutto rispetto. Band del calibro di Graveyard, Crowbar, Soulfly, Slayer e Anthrax ma non solo. Cosa dire di questi sei pezzi in tre parole? Psichedelico, maniacale e ossessivo. I Bleeding eyes affondano le loro radici nello stoner rock e nello sludge rock più ancestrale e morboso. Sonorità che sono arricchite da un cantato a volte in inglese e a volte in italiano, a dimostrazione che si può calcare grandi palchi e poter suonare di fronte a grandi platee cantando anche in italiano. Comunque sia la serie di riff ossessivi e granitici suonati a bassissimi bpm aumentano il malessere dell'ascoltatore ma allo stesso tempo non permettono allo stesso di staccarsi dalle loro note; è come una droga musicante; sai che non dovresti, ma non ne puoi fare a meno.
Abbiamo canzoni con le partiture assolutamente doom depressivo e lentissimo ma con tensti completamente fuori da ogni schema e ogni regola come "Arrotino", passando poi a una canzone che ha dei refrain tipici del southern rock bluseggiante e un certo "movimento" caro ai mitici Cathedral come "Cruel world", ma tenendo sempre il registro dello stoner e dello sludge ben presente e ben concreto. "Pozzo senza fondo" è un mix delle prime due tracce, abbiamo il testo gridato in italiano, su sonorità mosse e cadenzate, ma al momento preciso in cui si crede che la traccia sarà ben definita e sarà "fissa" in questi canoni, i Bleeding Eyes svoltano bruscamente e rallentano la canzone appesantendola in modo impressionante. La canzone successiva "Barrage" mi ricorda i primi pezzi dei Cathedral al tempo di "Forest of equilibruim". "Terzo occhio" perpetra quello che avviene nella canzone precedente e apre il viatico per la traccia più lunga del cd (oltre 11 minuti) che è "From now on it can only get worse" che chiude degnamente questo album.
In ambito tecnico devo dire che non ho trovato nessuna sbavatura di sorta, il tutto è stato fatto al meglio e con una cura certosina per ogni suono e per ogni strumento.
Prova ben riuscita per i Trevigiani Bleeding eyes, ve li consiglio vivamente se volete farvi un viaggio nella psichedelia rock più sporca e lisergica.
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