Pagine

martedì 12 marzo 2013

HUMULUS "S/T" reviewed on Bologna Alternativa


Humulus /Go Down Records (Stoner/Metal)

Humulus: un power trio heavy-stoner nato nel 2009 con le idee ben chiare in fatto di sound pieno di chitarre grosse, pesanti e distorte.

humulus stoner metal
         
by Microbass   by Microbass by Microbass  by Microbass  by Microbass  by Microbass  by Microbass  by Microbass


Le nove composizioni dell’album, registrato negli studi della Go Down Records a Savignano sul Rubicone, sono un summit di heavy metal caratterizzata da una miscela di elementi ed influenze musicali diverse che spaziano tra il rock psichedelico e quello acid, tra l’heavy metal classico e quello doom, tra il rock-blues e quello hard.

Il trait d’union di questi brani, sviluppato agli inizi degli anni ’90 dai Kyuss, è senza ombra di dubbio la presenza costante dei ritmi lenti a velocità ridotta, la chitarra con accordatura bassa, il basso stesso dal suono potente e le voci amalgamate su melodie specificatamente “antichizzate” con l’intento goliardico di rievocare atmosfere musicali tipiche del passato.
Già, un passato prossimo sonoro non tanto distante dal remoto che ricorda l’area geografica californiana di Palm Desert con le sue ispirate rockbands Blue Oyster Cult, Hawkwind, Blue Cheer, Nebula ed i Black Sabbath, i veri e propri progenitori del genere “stoner” …

Il gioco dell’ascolto era tutto lì: il sound lungo, ipnotizzante ed i riffs pesanti filtravano continuamente la loro anima metallica tinta di psichedelia erock acido fino ad ottenere un concentrato di note per nulla difficile da individuare nella nostra personalissima esperienza di memoria musicale.La sensazione di oggi, ascoltando le composizioni attuali ed il sound degli Humulus, è esattamente identica a quella di ieri, quando si aspettava che la testina del giradischi percorreva l’ultimo solco dell’LP per ricominciare tutto da capo.

Questi nove brani, infatti, non sono sperimentazioni musicali scritte sulla tiepida polvere che si cancella al primo soffio mattutino, ma vere e proprie tonnellate di sabbia rovente pronta a rimodellare i castelli costruiti sul rock più profondo e tetro.

L’intro prepotente e robusto di Save my soul, l’impatto strumentale di Gums e le radici “zeppeliane “ di Heritage of pain, raccontano esattamente tutto questo.Poi, come in un Mandala orientale, le note squadrate del basso introducono le armoniche lente ed i tempi cadenzati successivi. Ed i piatti della batteria dettano legge, indicano la strada e la direzione …Questa è la bellezza di Humulus, appunto! 
by Microbass

Nessun commento:

Posta un commento