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lunedì 1 aprile 2013

CHAINS AND VISIONS "Night And Rage" Reviewed on Aristocrazia Webzine


lunedì 1 aprile 2013

CHAINS & VISIONS - Night And Rage

Informazioni
Gruppo: Chains & Visions
Titolo: Night And Rage
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/pages/Chains-Visions/261803417191687
Autore: Mourning

Tracklist
1. 1967
2. Go Away
3. Poisoned
4. Electric Blue Lights
5. Through The Devil
6. Jack The Fat
7. Instability
8. Tribute
9. Unchained By
10. Flower
11. Loneliness
12. War
13. Behind The Green...

DURATA: 58:39

Frizzante, energica e rock in tutte le salse, quando dopo un ascolto pensi questo di una band, vuol dire che qualcosa e più ti è rimasto. Bene, i nostrani Chains & Visions sono riusciti nell'intento, peccato che qualche ingenuità li penalizzi ancora.
La formazione sembra proprio divertirsi e riversare ogni granello del proprio entusiasmo nel debutto "Night And Rage", il disco si rivela essere un frullato emotivo e sonoro particolarmente eterogeneo, nel quale l'hard rock anni Settanta in salsa blues e funky incrocia correnti alternative, grunge e derive hard'n'heavy, dando vita a una produzione affascinante per esposizione e il più delle volte dotata anche di un buon piglio radiofonico; penso soprattutto a capitoli più orecchiabili grazie a ritornelli che ti si piantano in testa come "Jack The Fat" e "Lonelines", ma non per questo meno dotati strumentalmente o svenduti fiancheggiando scelte "pop". Non è proprio quello il difetto che si può additare all'operato della band, le canzoni al contrario sono di ottima compagnia e ricche di spunti notevoli sin dalle prime note di "1967", che dimostra una passione evidente per i Led Zeppelin e quanti altri nomi noti vi verranno in mente!
Ci si può fiondare su "Tribute" dotata di un effetto di chiaroscuro, divisa fra una natura placida molto floydiana e un'altra parte grintosamente heavy; ascoltare le vibrazioni scatenate dai lontani echi funky che si divincolano in "Go Away"; cullarsi con il vissuto perlopiù acustico di "Electric Blue Lights" e la delicatezza sprigionata da "Behind The Green", contrastate dalla dirompenza di "Instability" e dalla dura presa di posizione di una "War" che fa emergere le sfaccettature più scure del suono.
Il complesso regge veramente bene per l'intera durata e le prestazioni dei singoli non fanno che dare riprova dell'impegno e dello studio che ha condotto i Chains & Visions a dare alla luce un primp album convincente, con l'asse ritmico formato da Simone Paleari al basso e Andrea D'Angeli alla batteria abile nel fornire dinamismo e creare spazi adeguati alle fughe solistiche di un ispirato Gabriele Ghezzi. Il chitarrista tra le altre cose in più di una circostanza — sarà per il piacevolissimo uso che fa del "wah wah" o per le analogie in chiave ritmica nei frangenti più "duri" — sembra avere affinità stilistiche con la sei corde degli statunitensi Disturbed, parlo di Dan Donegan, magari non un genio, ma spesso anche sin troppo sottovalutato dai più, mentre per il sottoscritto ha sempre offerto prestazioni di buon valore. Al suo fianco potrei citare inoltre tanti chitarristi ultranoti e bravissimi come fonte d'ispirazione: Jimmy Page, Jerry Cantrell e Nuno Bettencourt.
Quali sono allora i limiti insiti della proposta? Pochi, sono davvero pochi e riconducibili in primis alla cantante Michela Di Mauro, croce e delizia allo stesso tempo. Non si tratta tanto della gestione in sé, difatti l'artista dimostra di essere brava nel dosarsi ed entrare a patti con il pezzo che interpreta vivendolo al meglio, quanto della pronuncia che non è il massimo e lo si sente chiaramente, pur trattandosi di un aspetto tranquillamente migliorabile nel tempo.
Sarebbe invece da rivedere l'eccessiva mole di materiale proposta. Se da un lato infatti abbiamo la possibilità di apprezzare le varie facce della realtà, dall'altro un'ora di musica può divenire poco agevole da gestire, soprattutto per chi non è abituato a convivere con ascolti così prolungati. Il rischio è quello di far divenire "Night And Rage" soltanto un bel sottofondo e personalmente lo reputerei un approccio svalutante in relazione alle qualità riposte nel disco.
La partenze è di quelle che lasciano il segno, vediamo in futuro come si muoveranno i Chains & Visions, continuassero su questa strada, partendo da un livello compositivo inalterato già dal secondo lavoro, si potrebbe discutere di una realtà che potenzialmente sarebbe in possesso di tutte le carte in regola per farsi largo fra la massa. È questo che auguro loro, consigliandovi ovviamente di dare un ascolto al disco.

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