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martedì 2 aprile 2013

BLEEDING EYES - Nuova intervista su Underground Metal Italia

Intervista ai Bleeding Eyes


D) Salute a voi, come prima domanda da dove viene il  vostro nome Bleeding eyes? Piace la sonorità, l'immagine orrorifica oppure c'è un messaggio più profondo?

R) Ciao, il nome della band non ha particolari messaggi profondi... all'epoca, nel lontano 2002, l'idea era quella di proporre un nome che rispecchiasse i suoni e l'attitudine marcia, che ancora oggi ci contraddistingue, niente di più niente di meno.

D)Due nozioni veloci per chi non vi conoscesse: Da dove venite? Il vostro background? In somma i vostri curricula musicale qual'è?

R) Usciamo da diverse realtà underground del nord-est italiano, il cantante (Simone) prima dei Bleeding eyes ha militato con i Timothy (hardcore), Marco (basso) con i Care Killed the Cat (hardcore melodico), Jeffrey (chitarra) suonava il basso negli Slowdown (postcore), e Jason (chitarra) suonava con i Mosquito's Trap (grunge), Lorenzo, unico membro fondatore, ha sempre suonato con i Bleeding eyes. I Bleeding Eyes come curriculum musicale hanno due tour europei alle spalle e più di duecento live in Italia.


D)Come create le vostre canzoni? C'è un'idea singola che viene sviluppata e da chi parte comunque l'alchimia vostra?

R)Abbiamo sempre composto come band, non come singolo, il più delle volte le canzoni nascono da jam session. Il tutto viene ridefinito in un secondo momento valutando colletivamente la validità o meno dei viaggi appena creati.

D)Ho notato con piacere un certo rimando ai Cathedral nel vostro ultimo lavoro, nello specifico in un paio di pezzi, che ricordiamo si chiama "A trip to closest universe", la cosa è voluta oppure è una semplice genesi spontanea?

R) Ti ringraziamo, apprezziamo moltissimo le atmosfere dei Cathedral, ma tutti e cinque amiamo generi e stili diversi; quando componiamo ci liberiamo dai preconcetti dettati dai canoni musicali contemporanei e cerchiamo di raggiungere semplicemtnete un qualcosa che ci appaghi.


D)L’attuale cd uscito lo considerate più un punto di partenza o un punto di arrivo?

R) Ne uno ne l'altro, fare un disco è parte naturale di ogni band, non ci soffermiamo troppo su quello che è stato, si tira dritto sempre!!! Stiamo già componendo materiale nuovo.


D) Cosa vi ha spinto a far canzoni sia in italiano che in inglese? Non tanto perché non si possa fare, ma per il fatto che sovente si dice in ambiente musicale "non convenzionale" le la lingua italiana che:" a cantar in italiano ci si autolimita nel mercato e nei fans", cosa ne pensate e soprattutto se lo considerate vero?

R) Come già detto prima, non ci poniamo limiti tantomeno di tipo linguistico... Cantare in italiano più che un problema ci sembra anche un'opportunità per cercare di farci capire con maggior precisione. Se vogliamo dirla tutta, in Italia, l'inglese non è così "diffuso" come si pensa.


D)Quali  sono i punti di forza e di debolezza che vedete nella scena italiana a livello di musica?

R) Gruppi e talenti in Italia ce ne sono tantissimi, locali e spazi che credono veramente nella cultura musicale, compresa quella underground, sono invece merce assai rara.


D)Entrando nel merito della vostra musica, ho ascoltato con malato entusiasmo i vostri sei pezzi e devo dire che era da diverso tempo che non mi accadeva di sentire un cd come il vostro, riuscire a fare questa mistura di più generi vagamente simili ma non omogenei e stare in bilico si tutti e tre gli stili non è cosa semplice;come ci siete riusciti?

R) Grazie per le belle parole, apprezziamo il tuo "malato" entusiasmo. Le nostre canzoni derivando da jam, riescono ad avere molti cambi di umore e colore, caratteristica privilegiata dell'improvvisazione. Il disco non è un concept album ma tuttavia, come viaggio, parte dalla luce e arriva all'oscurità.


D)Cosa vi ha spinto a fare una canzone come "Arrotino"?

R) Ci ha spinto il bisogno di proporre e riabilitare la visione di un eore vendicativo. La decrepita e malsana società globale merita la punizione dell'arrotino, la rivincita degli umili.


D) Ma la canzone "From now on it can only get worse" riuscite a farla da live? 
Non ve la chiedono in forma "ridotta"?

R) Si certo, riusciamo a suonarla tutta dal vivo. L'ultima parte della canzone, che si avvale del violino di Alessandra Bertoni, è un'improvvisazione; Nei concerti può assumere sfumature diverse a seconda del contesto e del nostro stato d'animo.


D) Dove potrebbero trovare il vostro cd i lettori?

R) Il cd lo potete trovare sul sito della Go Down Records (www.godownrecords.com), su Audioglobe, nei negozi di dischi e ovviamente ai nostri live!


D)Come è la situazione Live per i Bleeding Eyes? Trovate difficoltoso poter presentarvi ai locali oppure l'aver fatto da opener per nomi quali Soulfly, Crowbar e Anthrax vi facilita?

R) La situazione in Italia per i live è abbastanza difficoltosa, ma in ogni caso abbiamo in programma diverse date e probabilmente un tour europeo in autunno 2013.


D)Quali saranno i progetti per il futuro?

R) Continuare a divertirci suonando.


D)Siamo a fine intervista, cosa volete dire ai lettori?

R) Grazie per lo spazio che ci hai dedicato, un saluto caloroso a tutti i lettori! Sani e forti! B.E.

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