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mercoledì 10 aprile 2013

BLEEDING EYES "A Trip To The Closest Universe" (Go Down Records) recensiti su Metallized

Bleeding Eyes - A Trip to the Closest Universe
( 87 letture )
Ai piedi delle Dolomiti la psichedelia e lo sludge sono rigogliosi. Prova inconfutabile di questo assioma è l’attività che dal 2002 portano avanti i Bleeding Eyes, quintetto caparbio e capace che si è già distinto in passato fin dal buon demo Parts of an Audiolesionist (2003) e per l’apparizione su palchi importanti come quello del Metal Camp, del Maximum Festival e del Disintegrate your Ignorance Festival, quest’ultimo in compagnia di ospiti illustri come Crowbar,Weedeater e Black Cobra.

Ne hanno fatta di strada i Bleeding Eyes dal 2003 fino ad oggi, tra cambi di line up e un migliore affinamento della propria proposta musicale. Il risultato di questo percorso di maturazione sta tutto racchiuso in un album come A Trip to the Closest Universe, all’interno del quale le influenze principali del quintetto (leggi alla voce Electric WizardEyehategodNeurosis, ma ancheWolfpack, per certi tocchi più “futuristi”, e Orange Goblin, per determinate sferzate psichedeliche) sono in stretto connubio con una radice prettamente italica che i Bleeding Eyesnon hanno alcuna intenzione di estirpare, e che è deducibile da brani che recano titoli nella nostra lingua madre. Nessuna paura di dimostrare che si può essere un buon gruppo sludge senza necessariamente dover partorire qualcosa che sia del tutto estraneo alla propria terra: anzi, lasciatemi dire che la forza di A Trip to the Closest Universe risiede per l’appunto nell’originalità della tensione artistica e contenutistica prodotta dalla band, a partire da quel “Donne, è arrivato l’arrotino..”, recitato da Alberto, che instilla in una frase che tutti noi conosciamo una massiccia dose di tensione. Ed è proprio la tensione, tenuta ad alti livelli di guardia, a fare da “fil rouge” all’intero disco: durante i 33 minuti di durata, i Bleeding Eyessembrano volerci accompagnare in un mondo di terrore quotidiano, appena al di fuori della nostra porta di casa. Sei tracce che alternano richiami di indubbio stampo stoner, come nella convincente Pozzo Senza Fondo, ad altre più marcatamente sludge, come in Arrotino, nella quale la scuola di New Orleans emerge come substarto ispirativo primario, accanto al quale, tuttavia, la vena creativa dei nostri non risparmia citazioni torbide ai Church of Misery, soprattutto, a mio avviso, nella strutturazione delle parti di chitarra, ad opera di Jason e dell’ultimo arrivato in formazione, Jeffry.
La compattezza della parte ritmica, firmata da Dux al basso e da Lorenzo alla batteria, è il punto di forza di brani come la doommissima Barrage (nella quale fanno capolino gli Electric Wizard) e in Terzo Occhio: psichedelia elargita senza egoismo alcuno, a cavallo tra gli Orange Goblin di Coup de Grace e gli Acid King. Efficace, espressiva e tagliente al punto giusto la voce di Alberto, che si incastra alla perfezione nel sound prodotto dal resto della band.
A Trip to the Closest Universe è un disco di buona fattura, nel quale gli intervalli deboli sono ridotti all’osso, ricco di spunti e di momenti di vera tensione artistica: un gruppo sicuramente da seguire. 




Lynda Giacomello "Sangre De Lyn"
VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
88 ]


INFORMAZIONI

2012
Go Down Records
Sludge
Tracklist
1 Arrotino
2. Cruel World
3 Pozzo Senza Fondo
4.Barrage
5. Terzo Occhio
6. From Now On It Can Only Get Worse
Line Up
Tez (voce)
Jason (chitarra)
Jeffry (chitarra)
Dux (basso)
Lorenzo (batteria)

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