SIGNS PREYER - Signs Preyer
I Signs Preyer sono una band proveniente dall'Umbria attiva dal 2006.
Dopo un demo d'esordio e importanti esibizioni live, durante alcune delle quali hanno condiviso il palco con artisti come di Paul Di Anno, Corrosion Of Conformity, Pino Scotto, Killing Touch e altri; questi bravi musicisti si mettono a lavoro su quello che nello scorso 2012 si presenta con omonimo titolo, l'album di debutto.
Ho ascoltato un paio di pezzi del precedente demo e la prima cosa che si nota è la crescita musicale .Tra l'altro alcuni pezzi contenuti su questo album sono tratti dallo stesso, ri-registrati per l'occasione.
La band propone un solido sound, molto groove con inflessioni thrash metal e quel possente muro sonoro che caratterizza bands come i Black Label Society - ascoltatevi il lavoro fatto dietro la sei corde e poi mi dite. Non mancano alcuni riferimenti a certi metallica, anche in certi frangenti per l'utilizzo della voce, che comunque esula dallo scopiazzare qualcuno.
La band ha una sua personalità, miscelando alla risoluzione sonora indicata anche spunti crossover ed alcuni heavy, senza sdegnare aloni hard blues sanguigni e al contempo massicci ed una ottima dose di southern. A condire il tutto un filo sonoro stoner che fa capolino quasi costantemente, durante tutto l'ascolto.
Certo, forse un delineamento più netto del genere che si vuol proporre renderebbe più "chiaro" l'ascolto, ma non per questo l'album sia un difettoso prodotto, anzi, lo si ascolta che è un piacere; palesando la grande qualità di questi musicisti che sanno il fatto loro.
Dall'opener 'Anger', avrete di che gioire facendovi trascinare da riffoni coinvolgenti e il cantato che si alterna tra momenti più solforosi ad altri più potenti e corposi. Un plauso al vocalist, tra gli altri.
Dopo la groovosa 'Bitch Witch', con ritmi interessanti ed un buon gusto per la melodia di matrice southern, dove fanno bella figura dei begli assoli, si passa dalle song che ci tengo a sottolineare come punti forti del disco; 'Just To Kill You'e 'Painless Pain' che mostrano la grande qualità di musicisti.
Risulta chiarissimo che la band ha speso del tempo nella composizione di quest'album, infatti nessun pezzo è un riempitivo e non si giunge mai a momenti noiosi, anzi.
Sono certo di poter affermare che la maturità dei Signs Preyer è arrivata ad un eccellente punto, seppur ci sia sempre da smussare qualcosa, come le (relativamente) molteplici influenze che potrebbero risultare un pò troppe per orecchie non abituate a tali situazioni sonore, ma comunque di facile approccio, se siete amanti delle citate sonorità.
Cito anche la martellante 'Hell' che ad un'attacco spacca ossa succede un momento in mid tempos molto maestoso, con il cantato che vi entrerà piacevolmente nella testa. Un bel groove/thrash contorniato da accorgimenti heavy, per quanto riguarda i riff.
In conclusione troviamo la traccia intitolata omonima della band che lascia con un certo senso di soddisfazione. Vorticosi riff vi ammalieranno, con una certa dose di fascino ed un mood molto hard rock. In chiusura di song troviamo soluzioni molto oscure e "alienate" che donano una certa sensazione tetra, con cadenzamenti malsani ma di gradevole ascolto.
Per concludere, un plauso va indubbiamente alla band che si è dimostrata molto di qualità, tecnicamente ed artisticamente parlando, così anche come i pezzi.
La produzione, seppur non sia il massimo, è apprezzabile. Ripeto, personalmente avrei preferito un genere più delineato, non inteso come il voler dire di eliminare le molteplici influenze, poichè esse sono una delel caratteristiche dei Signs Preyer, ma piuttosto dare una linea guida più definita, sulla quale successivamente inserire le varie "parti" che compongono le song _ ovviamente è un mio modestissimo parere, e come tale non vuol influire nel "giudizio" generale.
Adesso sono molto curioso di ascoltare nuove composizioni, che immagino saranno ancor di più di alto livello. Sicuramente dovete degnare questo album di un'ascolto, gli è dovuto!
2- Bitch Witch
3- It Comes Back Real
4- Just to Kill You
5- Killer Instinct
6- Painless Pain
7- Dark Soul
8- Hell
9- Signs Preyer
Eric Dust "Enrico Pietrantozzi" - chitarra
Viktor Kaj "Andrea Vecchione Cardini" - basso
James Mapo "Giacomo Alessandro" - batteria
Dopo un demo d'esordio e importanti esibizioni live, durante alcune delle quali hanno condiviso il palco con artisti come di Paul Di Anno, Corrosion Of Conformity, Pino Scotto, Killing Touch e altri; questi bravi musicisti si mettono a lavoro su quello che nello scorso 2012 si presenta con omonimo titolo, l'album di debutto.
Ho ascoltato un paio di pezzi del precedente demo e la prima cosa che si nota è la crescita musicale .Tra l'altro alcuni pezzi contenuti su questo album sono tratti dallo stesso, ri-registrati per l'occasione.
La band propone un solido sound, molto groove con inflessioni thrash metal e quel possente muro sonoro che caratterizza bands come i Black Label Society - ascoltatevi il lavoro fatto dietro la sei corde e poi mi dite. Non mancano alcuni riferimenti a certi metallica, anche in certi frangenti per l'utilizzo della voce, che comunque esula dallo scopiazzare qualcuno.
La band ha una sua personalità, miscelando alla risoluzione sonora indicata anche spunti crossover ed alcuni heavy, senza sdegnare aloni hard blues sanguigni e al contempo massicci ed una ottima dose di southern. A condire il tutto un filo sonoro stoner che fa capolino quasi costantemente, durante tutto l'ascolto.
Certo, forse un delineamento più netto del genere che si vuol proporre renderebbe più "chiaro" l'ascolto, ma non per questo l'album sia un difettoso prodotto, anzi, lo si ascolta che è un piacere; palesando la grande qualità di questi musicisti che sanno il fatto loro.
Dall'opener 'Anger', avrete di che gioire facendovi trascinare da riffoni coinvolgenti e il cantato che si alterna tra momenti più solforosi ad altri più potenti e corposi. Un plauso al vocalist, tra gli altri.
Dopo la groovosa 'Bitch Witch', con ritmi interessanti ed un buon gusto per la melodia di matrice southern, dove fanno bella figura dei begli assoli, si passa dalle song che ci tengo a sottolineare come punti forti del disco; 'Just To Kill You'e 'Painless Pain' che mostrano la grande qualità di musicisti.
Risulta chiarissimo che la band ha speso del tempo nella composizione di quest'album, infatti nessun pezzo è un riempitivo e non si giunge mai a momenti noiosi, anzi.
Sono certo di poter affermare che la maturità dei Signs Preyer è arrivata ad un eccellente punto, seppur ci sia sempre da smussare qualcosa, come le (relativamente) molteplici influenze che potrebbero risultare un pò troppe per orecchie non abituate a tali situazioni sonore, ma comunque di facile approccio, se siete amanti delle citate sonorità.
Cito anche la martellante 'Hell' che ad un'attacco spacca ossa succede un momento in mid tempos molto maestoso, con il cantato che vi entrerà piacevolmente nella testa. Un bel groove/thrash contorniato da accorgimenti heavy, per quanto riguarda i riff.
In conclusione troviamo la traccia intitolata omonima della band che lascia con un certo senso di soddisfazione. Vorticosi riff vi ammalieranno, con una certa dose di fascino ed un mood molto hard rock. In chiusura di song troviamo soluzioni molto oscure e "alienate" che donano una certa sensazione tetra, con cadenzamenti malsani ma di gradevole ascolto.
Per concludere, un plauso va indubbiamente alla band che si è dimostrata molto di qualità, tecnicamente ed artisticamente parlando, così anche come i pezzi.
La produzione, seppur non sia il massimo, è apprezzabile. Ripeto, personalmente avrei preferito un genere più delineato, non inteso come il voler dire di eliminare le molteplici influenze, poichè esse sono una delel caratteristiche dei Signs Preyer, ma piuttosto dare una linea guida più definita, sulla quale successivamente inserire le varie "parti" che compongono le song _ ovviamente è un mio modestissimo parere, e come tale non vuol influire nel "giudizio" generale.
Adesso sono molto curioso di ascoltare nuove composizioni, che immagino saranno ancor di più di alto livello. Sicuramente dovete degnare questo album di un'ascolto, gli è dovuto!
a cura di Jerry La Corte
Band: Signs Preyer
Titolo: Signs Preyer
Anno: 2012
Etichetta: Red Cat Records
Genere: Southern Metal/Stoner/Groove/Alternative Metal
Nazione: Italia
Tracklist:
1- Anger2- Bitch Witch
3- It Comes Back Real
4- Just to Kill You
5- Killer Instinct
6- Painless Pain
7- Dark Soul
8- Hell
9- Signs Preyer
Lineup:
Ghode Wielandt "Corrado Giuliano" - voce e chitarraEric Dust "Enrico Pietrantozzi" - chitarra
Viktor Kaj "Andrea Vecchione Cardini" - basso
James Mapo "Giacomo Alessandro" - batteria
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