Formatisi nel 2009, i Chaos Plague registrano il loro primo ep in questo 2012: un piccolo assalto sonoro di tre pezzi dediti ad unprogressive death metal grottesco e di sapiente tecnica compositiva
1. Benvenuti ragazzi, cominciamo subito con le dovute presentazioni ai nostri lettori
Grazie, è un piacere essere qui! Noi siamo i Chaos Plague e veniamo dalla provincia di Como. Il nostro genere è il Progressive Death Metal. I principali compositori dei nostri brani sono Davide Luraghi e Matteo Salvestrini, rispettivamente chitarra e basso fretless, ma tutti i membri danno il loro contributo per creare i nostri brani: Simone Fontana alla chitarra, Stefano Tarsitano alla batteria e Francesco Patea alla voce.
2. La band prende vita nel 2009, ma solo in questo 2012 partorite l’ep omonimo…come mai tanto tempo?
Il nostro è un genere piuttosto ostico e di nicchia, riuscire a trovare una formazione stabile è stata molto dura, abbiamo trascorso un anno intero in 3, mantenendo vive passione e determinazione. Solo con l’entrata di Simone prima e Francesco poi siamo riusciti a raggiungere la stabilità necessaria per poter creare la nostra musica.
3. Leggendo la vostra bio, Chaos Plague prende spunto dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Qual è l’aspetto, se così possiamo dire, che vi piace e vi influenza maggiormente di lui?
Sicuramente l’identificazione dell’Uomo come creatura che ha un potenziale “in divenire” per poter aspirare a qualcosa di più. La condizione di Ubermensch è un traguardo che ha dell’affascinante e del profondo, soprattutto perché deve venire da una distruzione del mondo e della morale circostante, non letterali ma in termini di percezione, per poi poter attuare una ricostruzione…un ordine nuovo dopo il chaos…che è mezzo e requisito per poter accedere al livello superiore dell’essere, precluso a pochi eletti….è un concetto particolarmente sconvolgente.
4. Una partenza di 3 pezzi più che convincenti, che attingono da maestri come Opeth, Atheist, Cynic, Malevolet Creation etc… Ritenete di aver raggiunto l’obbiettivo che vi eravate prefissati oppure ritenete che il vostro sound necessiti di continue evoluzioni?
Grazie mille per il giudizio e, soprattutto per gli illustri paragoni che ci onorano. Il nostro sound è assolutamente in costante e dettagliatissima evoluzione. Una parte dei nostri obbiettivi è stata centrata con i brani che abbiamo attualmente all’attivo, ma abbiamo grandi ambizioni! Soprattutto perché la musica che facciamo ci permette aperture stilistiche di ogni tipo. Grazie anche a passaggi in cui adottiamo suoni puliti e strutture non comuni possiamo adottare soluzioni armoniche più particolari e ricercate, così come passaggi più pesanti e tipicamente Death Metal possono essere arricchiti da soluzioni ritmiche derivanti da altri generi, ad esempio la Fusion. Tutti noi abbiamo diversi gusti musicali che tentiamo di incorporare in maniera omogenea nei pezzi che scriviamo.
5. Come nasce una vostra song, prima sound o testo? Cosa ispira i vostri pezzi?
Non abbiamo una formula fissa. Ci è capitato di partire da un concetto, da un ritornello, da un riff portante o da un pulito…Sicuramente c’è una stretta relazione tra le lyrics e la musica. Qualunque sia il punto di partenza cerchiamo sempre di sviluppare il pezzo in maniera omogenea e coerente con le sensazioni che la musica esprime o che il testo vuole suscitare. A volte ci ritroviamo invece a giocare con il contrasto fra le due.
La musica che vogliamo, comunque, deve smuovere le persone. Questo è il primo obbiettivo! Che sia violenta o malinconica, deve suscitare qualcosa in chi la ascolta. In secondo luogo, ma non secondo per importanza, c’è la ferma volontà di non scrivere musica scontata. Il tutto deve essere personale e assolutamente nostro. Un aspetto che non riteniamo assolutamente marginale è anche la ricerca di strumentazione di sempre maggior livello: recentemente sia Matteo che Davide sono entrati a far parte del rooster SiC Instruments, laboratorio di liuteria artigianale italiano che crea strumenti di elevatissima qualità, e i loro nuovi strumenti custom hanno portato un grandissimo contributo al sound generale del gruppo.
6. Quali sono le tematiche che preferite trattare?
Solitamente i temi che prediligiamo sono filosofia, esistenzialismo ed esperienze di vita. Qualora ci trovassimo a scontrarci con la stesura di testi su temi “classici” cerchiamo di non risultare scontati e li rivisitiamo in chiave moderna! L’esempio per eccellenza è Chirality dove la dicotomia tra il bene e il male viene descritta tramite il fenomeno della “chiralità”: in chimica questo termine viene adottato per descrivere la specularità di una molecola. I due oggetti speculari possono avere proprietà estremamente differenti, spesso diametralmente opposte, e in questo caso il concetto è riferito alla dualità dell’io.
7. Un art work intrigante e dai molteplici colori che ricorda un po’ quelli usati da Atheist e Morbid Angel in passato. Chi è l’artista in questione? Descrivetecelo secondo il vostro punto di vista
Si è occupato della copertina Marco Palombelli, un talentuoso disegnatore di Milano. Il suo è uno stile poco convenzionale e i suoi lavori sono davvero molto particolari. La sua rivisitazione del super uomo che combatte il serpente è stata davvero magistrale e ci ha conferito quel tocco particolare in più che per un genere come il nostro proprio non guasta. L’idea è di avvalerci dei suoi talento anche per i lavori futuri.
8. Quali sono i vostri progetti live?
Abbiamo in programma per Sabato 13 Ottobre un concerto con gli After Demise, combo Lombardo autore di un Thrash Metal piuttosto violento, a Meda, ospiti del Black Angel pub. Per il resto stiamo ancora cercando date possibili…Il nostro genere non è molto facile da portare su un palco, soprattutto ora che non abbiamo un full-lenght, aggiungiamoci anche la situazione burocratica che attanaglia i locali e non permette lo sviluppo delle realtà nostrane….. suonare davanti ad un pubblico è sempre più difficile…inoltre va considerato un sovraffollamento di gruppi, per quanto moltissimi siano più bravi ad apparire che a suonare, all’interno della scena Metal italiana e le possibilità diventano sempre minori.
Emergere è davvero difficile, dimostrare cosa si è in grado di fare, far sentire la propria musica….ma forse il sistema è arrivato al collasso…potrebbe essere la luce alla fine del tunnel. Anche solo questa voce che da per prossimo al crollo il monopolio della S.I.A.E. potrebbe rappresentare qualcosa di concreto. Come band ci aspettiamo di avere un posto, piccolo o grande, all’interno dei gruppi importanti, longevi e conosciuti del panorama Metal del nostro paese. Noi ci mettiamo tutta l’anima, tutta la passione e tutto l’entusiasmo di cui siamo dotati e live cerchiamo sempre di poter garantire uno show coinvolgente e trascinante!
9. Cosa ci dobbiamo aspettare in futuro dai Chaos Plague, un nuovo ep oppure il fatidico full lenght? Qualche etichetta si è fatta avanti per promuovere il vostro lavoro?
Il progetto attuale è di registrare un full lenght dall’anno prossimo. Abbiamo tanto materiale e ne stiamo scrivendo ancora. E’ presto per parlarne nel concreto ma la volontà certa e assolutamente ferma è quella di iniziare i lavori per un album dopo la prossima estate. C’è stata un’unica etichetta che si è dimostrata interessata alla nostra musica e ci ha invitati a rifarci vivi quando avremo un album per le mani, vedremo, quando sarà il momento, che cosa ne penseranno.
10. Grazie per il tempo concesso. Buona fortuna e alla prossima!
Grazie a voi per lo spazio dedicatoci e per l’interesse che avete avuto per il nostro lavoro, noi ce la metteremo tutta per poter avere ancora tanto da dire e da farvi sentire!
“In Death We Trust”
(A cura di Ermanno Martignano)
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