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lunedì 21 maggio 2012

ILLOGICIST - The Unconsciousness Of Living (Review Aristocrazia Webzine)


ILLOGICIST - The Uncosciouness Of Living


Informazioni
Gruppo: Illogicist
Titolo: The Uncosciouness Of Living
Anno: 2011
Provenienza: Italia
Etichetta: Willowtip Records
Contatti: myspace.com/illogicist
Autore: Mourning

Tracklist
1. Ghosts Of Unconsciousness
2. Hypnotized
3. Perceptions From A Deceiving Memory
4. The Mind Reaper
5. A Past Defeated Suffering
6. The Same Old Collision
7. Misery Of A Profaned Soul
8. A Never Ending Fall

DURATA: 44:53

Chiunque sia appassionato della scena death metal nostrana credo conosca il monicker Illogicist, la formazione valdostana attiva ormai da quasi tre lustri, e nella quale ha militato anche un certo Marco Minnemann, ha prodotto sinora delle ottime prove di ciò che reputo essere l'unico modo reale per suonare technical death, cioè raffinatezza e impatto sì, seghe sullo strumento no.
La base sulla quale hanno costruito il proprio sound è ricollegabile a un quartetto di realtà note e fondamentali: in primis i Death di Schuldiner, chiaramente influenza preponderante, seguiti a ruota da Atheist, Pestilence e tratti di gente come gli svedesi Anata che si trovano a far capolino di tanto in tanto nei pezzi, è un male? Certo che no.
Terzo album, "The Uncosciouness Of Living", la tappa che solitamente diventa l'indicatore della raggiunta o meno maturità per una band, partiamo col dire che gli Illogicist non hanno mai avuto tale tipo di problema, le due release antecedenti, sia il debutto "Subjected" ma soprattutto "The Insight Eye", mettevano in mostra qualità e prestazioni sia nel singolo ruolo strumentale che nel complesso artistico d'indubbio valore, con quest'ultimo lavoro si ottiene la conferma sperata.

Il disco ruota su di un'atmosfera sonora particolarmente nineties, sembra di essere ancora rinchiusi in quella gabbia d'oro rappresentante il biennio che va dal 1993 al 1995, vi devo ricordare quali capolavori vennero pubblicati in quegli anni? Non penso ce ne sia il bisogno, prendete spunto da quest'affermazione per immergervi in un "The Uncosciousness Of Living" che non avrebbe di certo sfigurato con le prove del tempo, tenendo conto però che n'è figlio, appare evidente che se la maturazione in ambito compositivo è giunta con tutta probabilità al proprio culmine, i nostri alfieri del tech-death possono ancora accrescere il loro potenziale aumentando il peso della personalità imposta alla musica.
È evidente che nelle orecchie non si riceva univocamente un clone di ciò che è stato, il modus operandi e la creatività del combo ci offrono un quantitativo di riff, una dinamicità esaltante nei cambi di tempo e una varietà d'approccio che porta con sé dall'eleganza melodica al sovente picchiato che sfocia in brevi circostanze in territori di stampo thrash coinvolgenti e che al di fuor di qualsiasi dubbio realizzano con pieno merito la richiesta d'ascolto di tutti gli amanti del death tecnico.
Potrei quindi scegliere di dilungarmi analizzando il platter brano per brano, evidenziando ancora una volta quanto sia incredibilmente affiatata la coppia d'asce composta da Luca Minieri, anche cantante e altrettanto sicuro e convincente in quella veste, e Diego Ambrosi, esclamando senza problemi che Emilio Dattolo con il suo basso svolge il compito meticolosamente e non limitandosi al ruolo di mero accompagnatore delle cadenze ritmiche elaborate dall'ormai ex batterista Alessandro Tinti ma se aveste già incrociato la band, avreste davvero pensato che un album targato Illogicist venisse fuori in maniera differente?
Ora mi chiedo: in un panorama italico che sbava in maniera assurda dietro gli Obscura, formazione sicuramente valida ma tutt'altro che innovativa e dotata di chissà quale miracolo divino se non il fatto di non essere italiani, riusciranno stavolta gli Illogicist a conquistare un doveroso riconoscimento della loro bravura da parte dei loro (e miei) connazionali? Mi sembra che le carte in regola vi siano tutte, la dedizione e la dimostrazione di non esser stati un semplice fuoco di paglia altrettanto, non sarebbe ora di premiarli?
Non fatevi ingannare dalla massiccia presenza del passato che amiamo incondizionatamente, vivete il presente lasciando che siano gli Illogicist a farvi da colonna sonora e comunque sia per il capolavoro, quello da inserire fra virgolette, manca sempre meno, ragazzi basta girare intorno, adesso ci vuole il masterpiece da tramandare ai posteri.

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