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lunedì 14 maggio 2012

DEADLY KISS - Alone In The Void (Aristocrazia Webzine Review)

Informazioni
Gruppo: Deadly Kiss
Titolo: Alone In The Void
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/deadlykisscrew
Autore: Dope Fiend

Tracklist
1. I Want Your Brain
2. My Satan
3. Brainwash
4. The Grandfather Is Dead
5. Sister's Screaming

DURATA: 15:11

Qualcuno di voi leggendo di Comacchio (cittadina in provincia di Ferrara) probabilmente penserà alle paludi o alle anguille marinate ma, mi spiace deludervi, in questa sede non parleremo di cucina e neppure di geologia.
Comacchio è anche il luogo di provenienza dei Deadly Kiss (evidente omaggio ai Kyuss di "Wretch"), quartetto giunto quest'anno al traguardo della prima prova in studio, un EP intitolato "Alone In The Void".
Dopo "I Want Your Brain", un'introduzione del tutto irrilevante nell'economia del disco, ha inizio con "My Satan" il ballo vero e proprio e i nostri mettono subito in bella mostra quelle che sono le coordinate che il loro sound possiede.
Nel succitato pezzo, così come in quello successivo, "Brainwash", è impossibile non riconoscere, unito a qualche deriva Southern, il marchio a fuoco impresso da quel Thrash ricolmo di Groove che ha fatto la fortuna dei Pantera di "Cowboys From Hell"; anche la timbrica vocale adottata da Brain Babol è estremamente debitrice al celeberrimo stile di Phil Anselmo.
Scomodare nomi simili e uscirne a testa alta non è così semplice eppure (anche se, a onor del vero, lo scoppiettante dinamismo di "Brainwash" affonda maggiormente le sue radici nell'Hard Rock) i Deadly Kiss elaborano il tutto con una buona personalità, senza risultare dei cloni dei cloni.
A questo proposito giovano anche, senza ombra di dubbio, i toni più sommessi e liquidi di "The Grandfather Is Dead" che, pur mantenendo alcune (lievi, a dire il vero) influenze Thrash, si compattano con accenni Grunge e una spiccatissima vena Danzig, piccoli e saggi accorgimenti che contribuiscono a rendere più vario l'andamento generale del disco.
Con la conclusiva "Sister's Screaming" si torna invece a far scorrere l'adrenalina, grazie ad una confluenza, già rodata ma sempre efficace, di influssi sudisti (i Down sono presenza molto forte) con alcuni sporadicissimi accenni sabbathiani e movenze muscolari di matrice desertica.
"Alone In The Void" è poco più di un quarto d'ora di musica ed è un primo assaggio di quello che potrà essere il futuro di questi quattro ragazzi romagnoli che però, per rendere davvero al meglio, dovranno affrancarsi in misura maggiore dai capisaldi della sfera musicale a cui hanno deciso di appartenere.
L'idea è già ottima anche perchè, come ho detto in precedenza, i Deadly Kiss non si limitano ad essere degli "scopiazzatori": ci mettono del loro e si sente ma con ancora un paio di iniezioni di personalità il gioco sarà davvero fatto.
Le fondamenta ci sono e sono indubbiamente solide: ora è giunto il momento di vedere se ciò che vi verrà costruito sopra sarà altrettanto robusto.
Per il momento, buona la prima e, per il futuro, in bocca al lupo!


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